sabato 14 giugno 2008

Facciamo finta di niente contro i naziskin degli stadi

Secondo Platini e la Uefa tutto sta filando liscio a questi Europei riguardo al comportamento del pubblico. In effetti, ad occhio, tutto sembra proseguire nel migliore dei modi, ma come spesso succede, c’è sempre un sottosuolo di schifezze che si cerca di tenere nascoste per il bene pubblico, perché si sa che violenza attira violenza. Ma le notizie non vanno taciute e nemmeno minimizzate, per evitare che certi fenomeni si propaghino senza prendere seri provvedimenti prima che i fatti diventino troppo gravi. Da tempo si dice che un certo numero di curve, in tutta Europa, siano sempre più in mano ad estremisti di destra e la conferma arriva proprio da Euro 2008. Ne ha parlato Roberto Beccantini prima di addentrarsi nella cronaca di Germania-Polonia, ne hanno fatto cenno altri, ma la questione è rimasta sospesa, come certi fatti fossero apposta isolati per diventare terra di nessuno, zona franca senza regole. D’altronde il fatto che Max Mosley abbia ottenuto la fiducia dai membri della FIA dopo l’uscita pubblica di un video che lo ritrae in pose sado-nazi, la dice lunga sulla non punibilità di certi gesti.
Ci ha pensato il Governo svizzero, neutrale per eccellenza, a denunciare che è stata censurata la violenza dall’Uefa. Motivo? L’organo politico del calcio europeo ha volontariamente evitato di mandare in onda delle immagini di violenza perpetrata da 140 neonazisti tedeschi, poi arrestati, che inneggiavano ad Hitler durante la partita dei loro beniamini contro la Polonia, urlando ai polacchi “ebrei”. Ma altre immagini sono state per così nascoste, tra cui un fumogeno acceso nella curva dei croati, più altri fatti successi in questi giorni e non mostrati.

La Uefa si è difesa dicendo che le trasmissioni non dovevano essere una vetrina per i violenti, come ha asserito un suo rappresentante, Pascal Voegeli. Per la cronaca le immagini di Euro 2008 sono a carico di una società che si chiama Euro 2008 SA.

Morale, quando Platini, presidente Uefa, dice che tutto sta procedendo bene va creduto a metà: negli stadi, occhio e croce lo spettacolo sugli spalti è stato buono, ma sotto, sotto qualcosa non ha funzionato ed è meglio raccontarlo che far finta di niente. Il Mondiale 1978, organizzato in Argentina, si giocava a due passi dai campi di concentramento della dittatura di Videla, i tristi luoghi dove si torturavano gli oppositori del regime, che divennero tristemente noti come “desaparecidos”, non solo ammazzati, ma anche fatti sparire come corpo e identità. Non è il caso di questo Euro 2008, ma nascondere la verità è sempre sintomo di poca chiarezza che qualcosa si nasconde dietro ad una vetrina senza ombre apparenti.

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