venerdì 29 febbraio 2008

Veleni bianconeri sugli arbitraggi

La Juventus ha fatto scalpore nello scrivere quella ormai famosa lettera esaltata più dai media che per il mero contenuto. Qualcuno dice di aver visto Cobolli Gigli con una vecchia Lettera 32 scrivere un altro manoscritto durante il derby di martedì sera mentre Rizzoli arbitrava con sicurezza e determinazione, senza lasciarsi trarre in inganno dai celebri “cascatori” bianconeri, tutti sanzionati. Il momento più esaltante è stata l’espulsione di Nedved, che ha avuto la brillante idea di prendere per i capelli il povero Comotto che comunque una manina sul candido visino del ceco ce l’ha messa. E’ stato anche ammonito Chiellini che ha il brutto vizio di colpire sempre l’avversario con una gomitata sulla nuca, gesto brutto e antisportivo. Si può dire che sono passati i tempi in cui alla Juve non solo concedevano rigori fasulli e non venivano fischiati quelli contro, ma davano anche rimesse laterali sbagliate, ammonizioni sommarie agli avversari malcapitati di turno, calci d’angolo che non c’erano e così via. A volte si nota un arbitraggio sbagliato o alquanto strano non nei gesti plateali, ma nelle piccole decisioni che passano inosservate, ma possono cambiare il volto di una partita.

La Juve, come la volpe, perde il pelo, ovvero la Triade, ma non il vizio di sentirsi sempre superiori e onnipotenti, così presuntosi da arrogarsi il diritto di far intervenire la Federazione per un arbitraggio nato male, chissà magari da un mal di pancia improvviso di Dondarini che fischiava in modo errato. Cairo aveva tuonato dopo la sconfitta contro la Fiorentina dove erano stati concessi due rigori ai viola di cui almeno dubbio, ma il presidente granata non ha avuto la tracotanza di scrivere in Figc o all’Aia per protestare. Due stili diversi, come hanno sottolineato i tifosi granata alla vigilia del derby. Si può capire lo sfogo a caldo, ma andare oltre come hanno fatto i dirigenti bianconeri è stato addirittura ridicolo.

Alla fine Cobolli Gigli, avendo ricevuto più biasimi che complimenti dopo l’invio della famosa lettera, ha smorzato i toni dicendo che a caldo possono succedere tante cose, che poi possono essere ritrattate strada facendo. Ovviamente nessuno all’interno della Juventus mette in discussione la decisione, però la figuraccia d’immagine l’hanno fatta, visto che sono stati criticati dai loro stessi ex, come Gasperini, attuale allenatore del Genoa, ma un lungo passato come tecnico delle giovanili, e da Moggi, che è un esperto di arbitri, ma lui aggiustava le cose in modo più soft, sottobanco. Questa è una Juve che non è affatto più genuina di quella passata, nemmeno sbarazzina, perché rimane pur sempre la Vecchia Signora, che di adolescente ha ben poco, per cui il restauro che ci vogliono propinare è falso, come possono essere quelle donne di una certa età che vogliono ringiovanirsi, ma invece ottengono il risultato di essere ridicole, che a volte fanno persino pena. Il passato non si cancella e rimane nelle rughe delle inchieste che hanno messo alla gogna la Juventus con Calciopoli, con la condanna per uso improprio di medicine (sanzione caduta in prescrizione, ma solo per il prolungamento dei tempi e non perché il fatto non sussiste). Siamo di fronte al fatto che se anche la Juve subisce torti arbitrali, fa bene a protestare perché nel suo interesse e diritto, ma è sempre meglio che stiano zitti, perché anche le pietre possono parlare e raccontare quello che fu la Juve della Triade. Un conto è fallire come è successo a Fiorentina e Torino e allora tutto si azzera, un conto è avere continuità con la vecchia dirigenza e alla Juve lo spazzino non è andato del tutto a fondo negli angoli societari.

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