venerdì 29 febbraio 2008

Abete, Caressa e gli arbitri che dovrebbero anche ammonire i cronisti

Diamo atto alla Federazione e all’Aia di essersi comportati in modo serio ed equilibrato riguardo alla lettera mandata dalla Juventus dopo l’arbitraggio di sabato contro la Reggina. Va sottolineato, al di là dell’arroganza dimostrata dalla società bianconera, che almeno ha agito alla luce del sole, mentre quando c’era un certo Moggi, probabilmente avrebbe tuonato e minacciato i suoi ‘amici’, senza che se ne sapesse nulla, se non in seguito con le intercettazioni telefoniche. Abete, presidente della Figc, ha risposto così alla lettera di Cobolli Gigli: “Il campionato è regolare e gli arbitri sono perfettamente preparati”. Comprendendo l’amarezza bianconera, ma restando imparziale, come si evince da altre battute: “l'impegno da parte della Federazione è quello di garantire il rispetto delle regole e tutelare i valori morali ed economici di tutte le società italiane, dalla serie A ai dilettanti”, come far intendere che non ci sono figli e figliastri, almeno a parole.
L’Aia invece ha risposto con toni leggermente più duri: “Il valore della nostra classe arbitrale ci viene costantemente riconosciuto dai massimi esponenti di Fifa, Uefa e Coni”, si legge in una nota, cui aggiunge: “Questo non toglie che i nostri arbitri, nessuno escluso, possano incorrere in errori di valutazione nel corso della direzione di una gara, così come è concesso l'errore a calciatori e tecnici senza mai dubitare della loro buona fede, altrettanto si deve concedere ai direttori di gara”. Per questa volta mettiamo tra gli In i due organi competenti ufficiali, che non hanno dato segno di servilismo nei confronti della Juventus, come succedeva in passato. Di certo questa non è la miglior dirigenza bianconera possibile e l’ha ammesso anche Zambrotta da Barcellona, il quale si è detto molto deluso dall’attuale Juventus.
Tra gli Out c’è da mettere Sky e l’ambiente romanista, in fibrillazione dopo la telecronaca di Inter-Roma. Sotto accusa Fabio Caressa, cronista, e Beppe Bergomi, ex difensore dell’Inter e commentatore per l’emittente di Murdoch. Bergomi è forse tra i commentatori più imparziali e tranquilli che ci siano, ma resta pur sempre interista, mentre Caressa, diciamolo, è spesso ed esageratamente di parte, soprattutto verso le squadre che stanno in vetta. I tifosi viola se l’erano presa con lui per la telecronaca di Fiorentina-Roma del girone di andata, dove era stato dannatamente pro giallorosso. Dunque da che parte sta Caressa? Questa è una domanda che non si dovrebbe mai porre per un cronista, che non deve parteggiare per nessuno quando racconta una partita, perché il pubblico che l’ascolta ha la sua fede che non dovrebbe essere infastidita da uno che urla e usa due metri e due misure a seconda di chi segna (frastornante il suo urlo al gol di Mancini proprio nella gara del Franchi, che indignò parecchio chi è di fede viola).
Il guaio è che il telespettatore paga la sua quota, anche salata, ma i giochi e le simpatie le decide l’editore, dove il cosiddetto applausometro va sempre in direzione delle big, le squadre che hanno più potere e tifosi al seguito. Questo è sbagliato perché da tempo si parla di contenere anche le trasmissioni tv dove troppo spesso va in onda l’offesa, l’insulto di pessimo gusto, che crea moti di violenza persino tra chi è pacioso, figuriamoci che può succedere in quelle frange di tifosi già predisposte a far male all’avversario. Così è successo che a Roma hanno diramato minacce, numeri di telefono ed email dei due malcapitato collaboratori di Sky. Questi sono fatti condannabili che ledono la privacy personale, però che sia un esempio per le prossime volte: Caressa domina i tuoi istinti e sii più imparziale, ne trarrai vantaggio tu e anche chi segue le cronache Sky, visto che si può scegliere il canale, ma ahimè, non il telecronista.

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