domenica 20 gennaio 2008

Gli impuniti

Noi abbiamo una generazione di “brave persone” che nemmeno di fronte all’evidenza di un misfatto ammettono l’errore. In particolare la classe politica, da Mastella a Cuffaro, tanto per citare gli ultimi personaggi finiti nei guai con la giustizia, ma quale giustizia. Della serie Cetto Laqualunque: Primo grado: intuculooooooooooo; l’appello: intuculoooooooooooo; terzo grado: intuculoooooooooo. Bene, sorridiamo, prendiamoci per i fondelli, scherziamo con la mafia, tanto non esiste, fandonie dei magistrati corrotti e politicamente impegnati, le cosiddette toghe rosse. I politici non sbagliano mai, se lo fanno possono purificarsi quando vengono chiamati a raccolta da Ruini e vanno a baciare, intuculo anche loro, il Papa, poverino, primo inquisitore delle nostre anime, messo a tacere dall’Università La Sapienza di Roma.

Finora l’unico che ha pagato in Italia, il Bin Laden nostrano, è Adriano Sofri, che magari non è nemmeno un assassino, ma si è sempre rifiutato di rinnegare il periodo di Lotta Continua, pur essendone critico. Sofri si dice abbia ammazzato il commissario Calabresi, che a sua volta avrebbe potuto essere complice del presunto assassinio dell’anarchico Pinelli, secondo alcune ricostruzioni confutabili, ma Calabresi fu messo di mezzo per coprire altri misfatti, di qua forse la necessità di metterlo a tacere. Parliamo sempre al condizionale, perchè non c'è ancora nessuna verità, dopo oltre 35 anni di silenzi e menzogne. Sofri deve scontare l’ergastolo nonostante l’indulto abbia liberato assassini, che non hanno agito per una forma di ribellione ideologica, ma per il gusto di farlo, che appena usciti hanno nuovamente ammazzato. Perché invece Stefano Della Casa, che buttò una bomba al Bar Angelo Azzurro di Torino e uccise, anche se involontariamente, una persona, è libero ed è stato pure direttore del Torino Film Festival? Misteri italiani. Comunque sia, anche se l’omicidio non è premeditato, se butti una bomba l’intenzione di ammazzare c’è.

Alla fine siamo noi cittadini i ladri, quelli che non vogliono pagare le tasse, soprattutto i lavoratori dipendenti, i cosiddetti fannulloni di Montezemolo, coloro che per meno di mille euro al mese vanno a farsi ammazzare nelle fabbriche come in Afganistan, senza nemmeno avere gli indennizzi di una missione di guerra camuffata da pace. Poi chissenefraga se uno condannato a cinque anni di reclusione, resti presidente della Regione Sicilia, in fondo lui sposta milioni di voti a chi fa comodo e allora resti libero ed impunito. “Viva l’Italia, l'Italia che non ha paura. Viva l'Italia, l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, l'Italia metà giardino e metà galera, Viva l'Italia, l'Italia che lavora, viva l'Italia, l'Italia che resiste” (Testo di Francesco di Gregori).

Nessun commento: