domenica 6 gennaio 2008

Obama: è lecito sognare?

Si parte con la grande kermesse delle elezioni americane e mai come ora sono davvero basilari per il mondo intero. Volenti o nolenti la politica statunitense determina anche la vita degli altri paesi, per cui se vogliamo dire stop alla guerra in Irak, alle tensioni in Pakistan e Iran, per non parlare dell'Afghanistan, è giunta l'ora di voltare pagina negli States e cambiare direzione. Innanzitutto è importante mandare via Bush e coloro che lo appoggiano, tornare ai democratici e cambiare pelle alla politica americana. Ilary Clinton potrebbe rappresentare la novità, quella di avere una donna a capo della Casa Bianca, affascinante, ma è troppo altezzosa per essere presa in considerazione. Obama invece rappresenta davvero la novità, riportare al vecchio sogno americano di stampo kennedyano, che a tutti manca non come utopia di un mondo diverso, ma come realtà che deve suggestionare ed essere completata. Un lavoro cominciato negli anni cinquanta e sessanta da Martin Luther King, spezzato dal suo assassinio e di quelli dei due fratelli Kennedy, Prima JF e poi Bob.

L'attuale situazione mondiale è una scheggia impazzita che deve trovare una sterzata, anzi mettere la retromarcia e tornare ai tempi in cui si scendeva in piazza contro la guerra in Vietnam, per esaltare la pace e tornare a creare quell'armonia necessaria a vivere in pace dove si potrebbe essere più produttivi senza vendere armi e potere colà dove non ci siano governi saldi.

Obama, da non confondersi con Osama, che qualcuno potrebbe prendere a pretesto per spacciare cattiverie nei suoi confronti, deve avere l'appoggio da parte della gente di buona volontà, è giusto che gli Usa abbiano finalmente un presidente di colore, perchè è il paese più multietnico del pianeta ed è giunta l'ora che anche i coloured si sentino rappresentati nelle alte sfere. Sperando che non si viva un altro 11 settembre perchè la gente si spaventi e abbia paura a virare verso un nuovo governo. "Non abbiate paura", disse Woytjla un giorno, appunto, abbiamo coraggio tutti quanti. Anche chi non può apporre il suo voto sulla scheda, ma guarda con speranza al futuro del mondo.

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