venerdì 8 febbraio 2008

Fischi ad Hamilton: guai a minimizzare l'accaduto

I cori razzisti che dagli stadi si sono trasferiti ultimamente all’autodromo di Barcellona vengono quasi sempre giustificati come provenienti da una minoranza. Così è successo anche per l’increscioso episodio successo sabato scorso al pilota della McLaren Lewis Hamilton, ad opera di pseudo tifosi di Alonso. Per come è andata la stagione scorsa ci può anche stare qualche fischio, ma l’agonismo sportivo non deve andare mai oltre alla decenza.
Questa "minoranza" spagnola, oltre a fare cori razzisti, si è presentata con i volti dipinti di nero e sono stati esposti striscioni di pessimo gusto, che gli addetti si sono prodigati a far togliere immediatamente.
Ci si domanda sempre come fanno ad entrare negli stadi o sulle tribune dei circuiti certi personaggi e certi oggetti, questo rimane un mistero inspiegabile, della serie ci sono i controllori che non controllano. Il dopo però non è andato meglio.
Intanto è prevalsa la solita omertà che vige nell’ambiente della F1, non si è letta nessuna frase di solidarietà da parte dei colleghi di Hamilton, è intervenuta solo la Federazione e il Ministro dello Sport inglese a chiedere che sia fatta chiarezza.
Alonso, nonostante l’idiosincrasia che ha accumulato durante la stagione nei confronti del suo ex compagno di squadra, avrebbe dovuto chiedere scusa, a nome magari di quei tifosi educati che lo seguono, ma molto diplomaticamente ha preferito tacere, magari anche per disposizioni dall’alto.
Il peggio è successo nei commenti alla notizia da parte dei lettori di un celebre sito sportivo on line, i quali non solo hanno minimizzato l’accaduto, ma hanno quasi appoggiato quei cori razzisti, come meritati dall’altezzoso Hamilton, della serie ben ti sta, vuoi fare lo sbruffone con quel colore di pelle lì? Il senso delle frasi più o meno è questo. Il guaio è che nessun moderatore della sezione commenti ha avuto l’accortezza di cancellare i contenuti delle frasi, limitandosi a bloccare lo spazio, ma non a togliere alcuni scritti di pessimo gusto.
Questo fatto potrebbe avere ripercussioni anche in Italia in occasione del Gran Premio annuale, dove non ci sarebbe da stupirsi se qualche imbecille decidesse di fare la stessa cosa capitata a Barcellona, colpendo ovviamente il nemico numero uno della Ferrari. Lo sport dovrebbe educare al sano agonismo e alla lealtà, ma non è più così da quando il business imperversa e rende le situazioni molto più aggressive. Nel caso specifico il denaro non c’entra nulla, è solo colpa dell’ignoranza che colpisce tutti, anche gli addetti ai lavori che dovrebbero dare il buon esempio.
Ma in F1 si può pagare sempre tutto a caro prezzo, se dovesse accadere un fatto simile prima di un qualifica o di una gara, con che spirito Hamilton potrebbe correre?

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