domenica 12 ottobre 2008

Alonso e il suo strano tifo

Fernando Alonso ha vinto il suo secondo Gran Premio consecutivo, dimostrando di essere sempre un grande pur senza guidare una macchina estremamente competitiva. Fin qui tutto bene perché è sempre un piacere applaudire un pilota della sua levatura, ma come uomo, diciamolo, vale davvero poco. Piccolo, non solo di statura, perché ha come soprannome “nanu”, ma anche come personalità. Uno che a fine gara dice: “Ora voglio aiutare Massa a vincere il titolo con la Ferrari”, è da ufficio indagini. Nel calcio succederebbe, anche se poi alla fine mai nessuno ha avuto punizioni esemplari. Si sa che Fernando ha ormai firmato per la Ferrari, può essere già nel 2009, con il benservito a Raikkonen, che non ha mai detto chiaramente che aiuterà Massa, ma che potrebbe farlo qualora ce ne fossero le condizioni.

Possiamo capire la vendetta di Alonso nei confronti di Hamilton e la McLaren, dove lui dice di essere stato trattato male, ma Alonso si è dimenticato che lui è un professionista, o almeno dovrebbe esserlo e che non può dire chiaro e tondo che aiuterà un altro concorrente a scapito di un collega, pur odiato come Hamilton. Attualmente non è ancora un pilota Ferrari a tutti gli effetti e poi dovrebbe anche riflettere sul suo ruolo futuro. Visto che probabilmente a fargli posto sarà Raikkonen, un Massa eventuale campione del mondo danneggerebbe anche l’asturiano. Con che criterio Massa gli lascerebbe la leadership nel team con il numero uno sulla sua macchina? Ed Alonso è uno alla Schumacher, io e nessun altro.

Ci spiace che in ogni finale di mondiale di F1 ci siano sempre sospetti e giochi bassi che nulla c’entrano con lo spettacolo in pista, che si debba sempre adombrare che il mondiale non viene vinto sui tracciati, ma a tavolino. Hamilton sarà presuntuoso, ma lui è un talento che lotta sempre sull’ultimo cordolo dell’ultima curva dell’ultimo giro. E’ un generoso che viene tartassato continuamente, forse anche perché è nero. Insomma, se nel calcio si urla al razzismo dilagante, perché non pensare che anche in F1 sia così? Che Hamilton non sia accettato per via del colore della sua pelle, primo nero a salire su un bolide di F1 e per di più con una delle monoposto migliori del lotto. Invidia? Non solo, anche razzismo e chi non vuole vederlo sotto quest’ottica pecca in superficialità. Per un presidente Fia che si fa beccare in un video sadomaso con tanto di identità nazista, anche se Mosley ha negato l’evidenza, che gli ha permesso di restare in sella al massimo organismo politico della F1, è difficile non pensare che ad un personaggio come lui Hamilton possa dare fastidio, pur essendo inglese di nascita. Non facciamo finta di nulla, a molti che un “nero” diventi pure campione del mondo di F1, dopo aver “occupato” uno dei posti più ambiti , non fa piacere. Ad ogni minimo errore viene castigato con le penalità, mentre ad altri non succede. Addirittura in Giappone hanno penalizzato Bourdais, per non aver fatto nulla di proibito contro Massa, solo per regalare un punto in più al brasiliano in chiave mondiale.

Io amo la F1 da anni e domenica mattina mi sono svegliata alle 6,25 per guardarmi la corsa, ma quando a Lewis hanno dato il drive through ho spento la tv. Ho capito che era inutile perdere altre ore di sonno per una farsa.

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